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Abate Giuseppe Barbieri

Giuseppe Barbieri nacque a Bassano il 26 dicembre 1774 e trascorse la sua fanciullezza lungo le rive del Brenta tra i “poggi ridenti” e le valli amene. Si trasferì a Padova e frequentò la facoltà di teologia e di giurisprudenza, fu allievo prediletto del Cesarotti. Nel 1795 vestì l’abito di S. Benedetto nel monastero di Praglia situato sui colli che, “ospiti” e “confidenti” dell’ingegno del poeta, furono da lui celebrati con il poemetto I Colli Euganei. Venne incaricato di insegnare “umanità e retorica” nel collegio annesso all’abbazia. In questo periodo furono frequenti gli incontri col Cesarotti che dimorava a Selvazzano, poco lontano da Praglia. Nel 1808 il Barbieri ottenne l’insegnamento all’Università di Padova e lasciò la vita claustrale ormai troppo rigida e faticosa per la sua salute malferma. Dopo il 1813, Giuseppe Barbieri, appassionatamente innamorato della natura, del silenzio e della solitudine, elesse a propria dimora “la cara villetta…” , che rappresentava il luogo ideale per apprezzarli nella loro più totale espressione.

“…I Vati
Aman liberi giorni, ore tranquille,
Cheti recessi, aman colline e valli,
Mormorio di ruscei, d’aure bisbiglio,
Mover di fronde; amano il cielo e il suolo
Fruire aperto, ed a Natura in braccio
Ascoltar di Natura i sensi arcani.”

Così descrive la scelta di Torreglia e del suo ritiro al poggio della Mira, in una delle sue lettere a Isabella Albrizzi, raccolta con altre in “Opere (1821) e scritte proprio quando il silenzio è più greve e le voci della notte suggeriscono intime sensazioni e più profondi pensieri. Ed ancora in una lettera a Regina Abriani Borromeo:

“…Ma d’altro canto questa beata ubertà patavina,
queste ramose e vegete piantagioni, questi solchi lussureggianti di cereali ricchezze,
questa verdezza succosa e bruna di praterie, questa gravità, se mi è lecito dir così,
dell’Euganea natura,
ha un certo non so che di malinconico e d’epico che mi muove profondamente.”

Tra il 1818 e il 1819 ospitò nel suo ritiro Niccolò Tommaseo, famoso linguista, scrittore e patriota italiano, che definì il luogo “Vatum Locus” (luogo dei poeti), e rapito dalla bellezza del luogo scrisse “Tauriliae descriptio” , carme in esametri latini:

“…Non lungi dall’euganea città vi è un bellissimo luogo:
una volta era mare; indi per vomitare di fiamme, le acque scomparvero:
ecco innalzarsi i colli, ecco disporsi ad anfiteatro e coprirsi di vegetazione d’ogni sorta.
Uno fra questi più ridente rifulge e accoglie in se una casa, bella
nella sua semplicità. Sapiente, qui puoi studiare la natura.
Di qui, oratore, puoi contemplare la casetta dove vide la luce
chi così splendida corona colse dalla fronda latina. ”

Giuseppe Barbieri morì, il 9 novembre 1852. Fu sepolto a sua richiesta a Torreglia nei luoghi  “…ove aveva fissato il suo nido e racchiuso il suo cuore…” :  nella vecchia chiesa parrocchiale di San Sabino“…posta in un luogo amenissimo in faccia al sole nascente…”  a pochi passi dalla sua villa.

Bibliografia e ulteriori informazioni:

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